Sahaja

Un thangka tibetano o dipinto su rotolo di Saraha circondato da altri mahasiddha; probabilmente del XVIII secolo e ora al British Museum

Sahaja (Sanscrito: सहज sahaja) significa, nella spiritualità buddista indiana e tibetana, illuminazione spontanea. Le prime pratiche Sahaja sono sorte in Bengala durante l'VIII secolo tra yogi buddisti chiamati Sahajiya Siddha.

Ananda Coomaraswamy descrive il suo significato come "l'ultima conquista di tutto il pensiero", e "un riconoscimento dell'identità di spirito e materia, soggetto e oggetto", continuando "Non c'è quindi sacro o profano, spirituale o sensuale, ma tutto ciò che vive è puro e vuoto".[1]

  1. ^ Coomaraswamy, Ananda Kentish (1985). The dance of Śiva: essays on Indian art and culture. Edition: reprint, illustrated. Courier Dover Publications. ISBN 0-486-24817-8, ISBN 978-0-486-24817-2. Source: (accessed: January 16, 2011)

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